Nel sito libcom.org possiamo trovare un’ intervista fatta tra fine febbraio e i primi di marzo al gruppo anarchico Assembly di Kharkiv in Ucraina dal titolo “The war has become a daily routine: two conversations with the Kharkiv underground journal”, dove troviamo alcuni aggiornamenti sulle loro attività nel territorio, sulla loro visione per quanto riguarda la guerra in atto e le modalità di lotta da portare avanti contro di essa e chi la arma, fino ad una descrizione del loro gruppo e dell’idea anarchica che lo anima. Molte cose che ricaviamo dall’intervista si possono già leggere in un’altra intervista fatta alcuni mesi fa dalla Commissione Relazioni Internazionali della Federazione Anarchica Italiana, e pubblicata nel numero 21 anno 102 del 02/10/2022 del giornale Umanità Nova con il titolo “Nessun confine nessuna nazione! Intervista con il gruppo anarchico Assembly di Kharkiv”.
Assembly è un collettivo che diventa realmente attivo dal marzo 2020, all’inizio della pandemia da covid 19, quindi in una situazione di forte disagio ed insolita rispetto al periodo precedente: le persone dovevano rimanere in casa per tutto il tempo, in molti luoghi di lavoro lo stipendio era stato tagliato e c’era un costante timore che potessero avvenire licenziamenti del personale. Da qui parte l’iniziativa di sviluppare un sito web (assembly.org.ua) dove parlare dei problemi sociali ed aiutare le persone a unirsi per aiutarsi l’un l’altro di fronte a una crisi. La rivista divenne presto il luogo dove il segmento pacifico della lotta sociale e dell’auto-organizzazione poteva incontrarsi con il contesto radicale, coprendo eventi di strada, lotte sul posto di lavoro e problemi di sviluppo urbano della loro metropoli, ripristinando la memoria storica sulle tradizioni operaie rivoluzionarie. Da un punto di vista ideale si avvicinano all’anarchismo sociale. Nel contesto della guerra il collettivo sostiene la diserzione ed è contro ogni entrismo nell’esercito. Il governo ucraino non è un governo amico e la loro posizione è di condanna per entrambi gli stati belligeranti.
Nell’intervista i membri del collettivo sottolineano che il loro lavoro è organizzato in modo orizzontale e si basa su tre progetti principali: il primo riguarda la guerra, fornendo consulenza legale e pubblicando informazioni sui rastrellamenti per evitare alle persone della loro città di essere arruolate a forza nell’esercito ucraino; inoltre osservano e traducono in inglese per la loro rubrica su libcom.org tutte le notizie sul sabotaggio popolare contro la guerra in Russia, al di là delle unità statali ucraine. Il secondo progetto riguarda l’urbanistica, monitorando i preparativi delle autorità locali per il restauro nel dopoguerra, scovandone l’uso a fini personali o nell’interesse di costruttori associati a queste autorità. Il terzo progetto è il sostegno materiale per le persone bisognose.
Per quanto riguarda gli aiuti umanitari Assembly ha aperto una raccolta fondi chiamata “Mutual Aid Alert East Ukraine”. Grazie alle donazioni di compagn* europe* è stato installato un punto di riscaldamento comunitario. Comunque il passaggio invernale è stato meno duro del previsto a causa di un clima straordinariamente mite per il periodo, inoltre il sistema energetico non è stato completamente distrutto e le reti rimanenti sono riuscite ad adattarsi alle nuove condizioni. Infine il consumo di elettricità è diminuito drasticamente a causa della chiusura delle grandi imprese industriali.
Per le inchieste relative all’urbanistica, il loro sito ha pubblicato materiali che hanno avuto ampia risonanza nella loro città: per esempio, uno mostra come l’ufficio del sindaco faccia pubbliche relazioni per sé mostrando il piano regolatore per la ricostruzione postbellica di Kharkiv redatto da architetti britannici, applicando poi esattamente le cose opposte. Oppure sulla presentazione di una cosiddetta iniziativa di volontariato, da parte del consiglio comunale, per il restauro della città, guidata non da un architetto o un urbanista, ma da un designer di abbigliamento affiliato al consiglio comunale. Ma dopo aver pubblicato chi veramente fosse e quale fosse realmente il suo ruolo, questa persona si è ritirata dal progetto. Ovviamente, sottolineano, l’intento dei funzionari era appropriarsi delle somme stanziate sotto questa copertura; perché se il restauro è organizzato da una persona che non ha titoli professionali ma è vicina alle autorità, è evidente che si tratta di un progetto fittizio delle autorità stesse. Questo a dimostrazione della corruzione all’interno della municipalità di Kharkiv.
Molto importante è stata anche la presentazione di diversi collettivi orizzontali di sviluppo urbano, apparsi lo scorso anno, per discutere di come rendere la città confortevole per tutti e avere una comunità attiva dopo la guerra.
Relativamente alla guerra e a come viene percepita, il collettivo sostiene che molti già credono che la scelta tra le due “dittature latinoamericane di destra”, come le definiscono, non è una scelta, e questo ha notevolmente aumentato la popolarità del sito web, visto che le notizie sulla brutalità delle forze armate e della polizia stanno guadagnando migliaia di visualizzazioni, cosa importante perché le proteste di piazza sono praticamente impossibili. Diverse manifestazioni di marinai si sono svolte ad Odessa, per chiedere che fosse loro permesso di lasciare il paese per lavorare su navi straniere. Gli uomini che protestavano hanno ricevuto citazioni in giudizio al commissariato militare (centro di arruolamento) ed è stato aperto un procedimento penale contro la leader dell’Unione dei marinai.
Per quanto riguarda i rapporti con l’esercito regolare dichiarano che all’inizio della guerra uno dei loro membri era impegnato nel volontariato per aiutare i soldati ucraini, e questo gli ha consentito di stabilire molti contatti negli ambienti militari, ma le cose non sono andate oltre. Infatti adesso si rivolgono principalmente a coloro che non vogliono prestare servizio in nessun esercito.
Inoltre esprimono gratitudine nei confronti di quelle persone russe e bielorusse che mettono a rischio la loro vita contrapponendosi agli stati.
Alla domanda: “Molte persone di sinistra in Europa rappresentano il pacifismo incondizionato e preferirebbero sacrificare l’Ucraina piuttosto che sostenere la guerra. Cosa potete dire loro?” la risposta è: “Possiamo dire loro che il pacifismo non è un’alternativa alla guerra, perché non mette in discussione l’ordine esistente, le cui contraddizioni portano a simili stragi. Naturalmente, gli anarchici non possono sostenere il rafforzamento dell’esercito ucraino, come qualsiasi altro. Ma piuttosto che perdere tempo in proteste contro la fornitura di armi, sarebbe 100 volte più utile aiutare i disertori russi e i prigionieri politici (ovviamente se queste persone di sinistra sono davvero contro la guerra, non timidamente pro-Cremlino). Solo la formazione di una solidarietà orizzontale oltre i confini può far nascere nuove relazioni nella società!”.
All’interno del gruppo ci sono due punti di vista principali: il primo è che tutti gli sforzi dovrebbero essere dedicati a contrastare le politiche autoritarie degli stati che sono in guerra sulla loro terra; l’altro è che dovrebbero cercare di non prestare attenzione a questo e impegnarsi invece nella lotta contro i datori di lavoro insolenti, l’accaparramento delle terre urbane e altre cose da tempo di pace come se nulla fosse accaduto.
Relativamente al governo Zelensky, dicono di vivere in un governo dittatoriale militare, simile alla Russia degli anni 2000, ma che si sta rapidamente avvicinando a quello attuale, per cui in queste condizioni, gli unici modi di resistenza sociale rimangono l’informazione reciproca e l’evasione o il boicottaggio, non solo contro la mobilitazione ma anche, per esempio, contro le aziende che non pagano i salari.
Se già prima della guerra i salari erano tra i più miseri d’Europa, adesso la situazione è peggiorata. Almeno la metà dell’economia della città di Kharkiv e almeno un terzo dell’economia del paese è stata distrutta, i posti di lavoro sono andati perduti e agli uomini dai 18 ai 60 anni è vietato lasciare il paese. Quindi possono essere sfruttati liberamente poiché non hanno altre opzioni nella vita civile e le proteste sono impossibili. I rastrellamenti di strada per il reclutamento vengono effettuati ogni giorno in tutta la città, ma molti non si presentano, quindi spesso hanno iniziato a essere convocati presso le imprese, o semplicemente con la forza facendo salire i passanti in macchina per portarli a una visita medica, seguita dall’attesa di una chiamata al centro di addestramento (per la mancata comparizione per l’invio all’unità militare è prevista una pena detentiva, contrariamente alla mancata comparizione alla visita medica, punita con una sanzione amministrativa). Per la paura da parte dei padroni di perdere personale specializzato, il governo ha ampliato l’elenco delle imprese che hanno il diritto di esentare dalla mobilitazione il 50% dei propri dipendenti. È evidente che per poter essere inclusi in questo elenco i lavoratori dovranno sopportare condizioni di lavoro ancora peggiori. Inoltre molti datori di lavoro compensano le perdite causate dai blackout decurtando i salari dei lavoratori.
Per concludere è bene sottolineare che il gruppo anarchico Assembly opera in una città, Kharkiv, che si trova a circa 40 km dal confine russo, in piena zona di guerra. Nonostante questo la loro posizione è fortemente antinazionalista, per la diserzione e contro tutti gli stati belligeranti.
Alla domanda su cosa sta facendo di buono lo stato ucraino nella lotta con la Russia, loro rispondono: “La domanda non è corretta per definizione. Lo stato fa tutto solo nell’interesse proprio e della classe dirigente, la cui esistenza non è più buona di per sé. Perché l* anarchic* dovrebbero dare loro consigli su come difendere adeguatamente ciò che hanno rubato al popolo?”